
Giorgio Bassani – Un classico della letteratura italiana del Novecento
Pubblicato da Einaudi nel 1962, vincitore del Premio Viareggio, Il giardino dei Finzi‑Contini è probabilmente il romanzo più celebre di Giorgio Bassani. Ambientato nella Ferrara ebraica degli anni Trenta, il testo racconta una storia di amicizia, amore, memoria e tragedia, intrecciando vita privata e Storia con eleganza, delicatezza e tensione morale.
Ambientazione e trama
La narrazione ha inizio nel 1957, davanti alla tomba dei Finzi-Contini nella necropoli etrusca di Cerveteri, dove il narratore evoca i ricordi degli anni giovanili a Ferrara. Attraverso un flashback, riviviamo il biennio 1938‑1939, quando le leggi razziali cominciano a colpire la comunità ebraica cittadina. Escluso dal circolo del tennis, il protagonista viene accolto nell’incantato giardino della famiglia Finzi‑Contini.
Micòl e Alberto, i figli della famiglia, aprono quel giardino solo agli amici ebrei, creando una sorta di rifugio sospeso dal mondo esterno. Qui si intrecciano dialoghi, passioni nascoste, dibattiti politici (in particolare con il comunista milanese Malnate), e cresce la silenziosa nostalgia del protagonista per Micòl. Il suo amore, però, rimane non corrisposto: quella che sembrava una promessa si frantuma con la partenza di Micòl per Venezia.
Dal romanzo al cinema
Nel 1970 Vittorio De Sica realizzò l’adattamento cinematografico, premiato con l’Oscar per il miglior film straniero nel 1972. Nonostante il successo, Bassani si distaccò dalla pellicola e chiese di non firmarne la sceneggiatura.
Perché leggerlo oggi?
- Il giardino è metafora di bellezza fragile, isolamento scelto e condizione esistenziale. Un simbolo dell’impermanenza.
- La memoria storica, evoca il passato con delicatezza senza rinunciare a una tensione etica.
- La sensibilità del narratore e la figura enigmatica di Micòl incarnano un ideale poetico che si oppone all’oblio e all’indifferenza.


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