
Ogni autore ha le sue manie e i suoi rituali creativi, ma alcuni rimangono impressi nella memoria per la loro eccentricità. Tra questi c’è senza dubbio Victor Hugo, il grande scrittore francese autore di capolavori come I miserabili e Notre-Dame de Paris.
Una disciplina insolita
Hugo aveva una vera e propria ossessione per il rispetto delle scadenze. Quando si avvicinava il termine per la consegna di un’opera, lo scrittore trovava un metodo tanto drastico quanto efficace: si spogliava completamente e dava ordine al suo domestico di non restituirgli i vestiti fino a quando non avesse terminato di scrivere.
In questo modo, senza possibilità di uscire o distrarsi con la vita mondana di Parigi, restava confinato nella sua stanza con soltanto inchiostro, penna e carta. Una forma di “auto-prigionia” che gli consentiva di concentrare tutte le energie sulla scrittura.
Creatività e autodisciplina
Può sembrare un’abitudine bizzarra, ma dietro c’è una logica: togliersi ogni distrazione esterna, letteralmente chiudere fuori il mondo, e rimanere solo con le parole. In un certo senso, Hugo trasformava il suo stesso corpo in una barriera contro la procrastinazione.
Questa disciplina estrema fu uno dei segreti che gli permisero di completare opere monumentali, che ancora oggi continuano a ispirare e commuovere i lettori.
Dietro le quinte della scrittura
La storia di Hugo ci ricorda che il processo creativo non è mai lineare né uguale per tutti. Ognuno trova il proprio modo di stimolare l’immaginazione e di imporsi un ritmo. Alcuni autori scrivono di notte, altri in caffè rumorosi, altri ancora – come Hugo – scelgono metodi decisamente radicali.
Forse il vero messaggio è che non conta tanto come scriviamo, ma quanto siamo disposti a proteggerci dalle distrazioni per dare spazio alle idee.


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